
La città americana più coscienziosa in fatto di protezione solare? Hartford, nel Connecticut, mentre Pittsburgh, nel Wisconsin, quella meno responsabile. Senza contare la trascuratezza dei residenti di Miami e New York, che fa scivolare le città rispettivamente al tredicesimo e diciannovesimo posto.Lo attesta un’indagine dell’American Academy of Dermatology, “Sunintelligence: how sun smart is your city?”, che ha misurato i comportamenti di oltre 7000 adulti in 26 città statunitensi circa abbronzatura e protezione dai tumori cutanei. Nonostante siano preoccupati dei danni delle radiazioni, il 70% non usa il solare con metodo, e il 79% non sa che un SPF 30 non protegge il doppio di un SPF 15.
E gli italiani, si proteggono dal sole?
Sicuramente hanno migliorato l’atteggiamento sull’esposizione vacanziera, ma solo i più virtuosi lo fanno anche in città. Ritenendo che il sole non sia così intenso da provocare danni, lasciano la protezione a casa.
Invece l’esposizione involontaria conta, eccome. La fotoprotezione al mare o in montagna non differisce da quella in città,dove previene i danni attinici, derivanti da un’esposizione prolungata e continua.
Oltre a salvaguardare la superficie cutanea da eritemi e scottature provocati dagli UVB, serve evitare quelli al derma, dove l’energia degli UVA arriva a danneggiare il Dna delle cellule, che possono ripararsi, ‘suicidarsi’ o trasformarsi in senso maligno. Poi vi sono i danni subdoli a strutture importanti e delicate come collagene ed elastina, che mantengono la pelle compatta ed elastica. È il fenomeno della dermatoeliosi (foto-aging)che aggrava l’invecchiamento determinato geneticamente.
Ma se sul crono-aging possiamo fare ben poco, sull’aging causato dal sole abbiamo più chance, a patto di proteggerci sempre. La pelle mette in campo le sue difese: si ispessisce, produce acido urocanico, riversandolo con il sudore per schermarsi dagli UVB. E naturalmente confeziona melanina, che però, protegge solo le pelli scure e in esposizioni brevi. Il vetro dell’auto non scherma gli UVA, determinando un’esposizione continua generalmente trascurata. Le cellule dispongono di numerosi sistemi antiossidanti, ma se si è esposti per molto tempo l’ingente produzione di radicali liberi accelera il fotoinvecchiamento: secchezza, ruvidità, macchie cutanee, couperose, rughe.
In città la protezione deve anche tenere conto di polveri sottili,monossido di carbonio, metalli pesanti, ozono e fumo passivo che alleandosi con il sole, aumentano lo stress ossidativo.Inibiscono la proteina p53, “il guardiano del genoma”, che controlla le mutazioni cellulari prevenendo l’insorgenza dei tumori. Serve integrare antiossidanti sinergici: acido lipoico, resveratrolo, astaxantina, vitamna E e C, luteina(protettiva anche per la vista).
Il brand californiano Coola offre lussuosi solari organici. Coola Suncare è ideale per gli amanti della bellezza green e per chi vuole abbronzarsi in tutta sicurezza! Ciascun prodotto è ricco di vitamine e attivi estratti da ingredienti vegetali puri che nutrono la pelle mentre la proteggono, privo di parabeni e petrolati.
Ma c’è di più. Oltre all’indebolimento delle difese immunitarie provocato dal sole, dobbiamo fare i conti anche con silenti infiammazioni che, a lungo andare, danneggiano le cellule.Un concetto che prende il nome di ‘inflammaging’, termine che correla appunto infiammazione e invecchiamento.
La cosmetologia ha per lo più affrontato i due fenomeni come fossero indipendenti. Invece, le ultime ricerche scientifiche hanno confermato che la micro-infiammazione cronica accelera l’aging cutaneo, compromettendo il metabolismo cellulare e il rinnovamento del collagene. Genera poi specie reattive dell'ossigeno che, mantenendo uno stato pro-infiammatorio,cronicizzano il problema.
Sfatiamo la diceria che le protezioni si debbano usare solo d’estate e solo in vacanza: i raggi UVA e UVB colpiscono la pelle con qualsiasi temperatura, a qualsiasi latitudine: la protezione SPF è un must have tutto l’anno, la pelle ringrazierà.
Rughe e mancanza di tono sono dovute soltanto per il 20% all’età, il restante 80% è causato dall’ambiente. È evidente che per vincere la sfida all’invecchiamento serve un approccio diversificato.Che coniughi la protezione primaria, con combinazioni di filtri chimici e fisici, e la secondaria, con antiossidanti che preservano la vitalità della pelle.
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